martedì 27 dicembre 2011

Pubblicazioni scientifiche, queste sconosciute

Da ormai quattro anni sono fiondata in questo mondo di (teoricamente) pazienti, corsie, sale operatorie, diagnosi, malattie, ma anche di (praticamente. MOLTO praticamente) libri, libri, libri, esami, esami, esami, eppure ancora al termine "pubblicazione scientifica" la reazione è un misto tra lo stupore di fronte a un lungo monologo in mandarino e il turbamento di Rossella O'hara alla notizia del matrimonio tra Ashley e Melania: A I U T O. Fortuna che ogni tanto corre in aiuto la curiosità, e l'informazione, e il pensiero che effettivamente "pubblicazione" viene dopo "lavoro di ricerca", e che "lavoro di ricerca" beh, non l'ho effettivamente mai fatto, ma è qualcosa di cui ho una minima idea e da cui posso partire. Quindi ANIMO, immergiamoci in questo spinosissimo tema!
Partendo dai consigli di iamarf ho cercato di chiarirmi un po' le idee.
Più che altro chiarirmi le idee su come funziona questo mondo delle pubblicazioni: CHI decide COSA pubblicare? DOVE è meglio pubblicare? PERCHE' pubblicare? (no, ochei, su questo già avevo idee limpide) COME pubblicare?
Riguardo all'ultimo quesito, datevi intanto un'occhiata a iamarf e a questo per avere una prima idea generale. Venendo al chi e al cosa, beh la questione comincia a infittirsi. Tuttavia oggi mi sono un po' più soffermata sul DOVE, avendo scoperto l'esistenza del IF, anche conosciuto come Impact Factor o Fattore di Impatto. Wikipedia ci spiega che "misura il numero medio di citazioni ricevute in un particolare anno da articoli pubblicati in una rivista scientifica nei due anni precedenti" e che "serve per categorizzare, valutare, comparare e ordinare le riviste scientifiche". Insomma, definisce l'autorevolezza delle riviste scientifiche.
Teoricamente, una cosa utilissima, soprattutto per districarsi in quella che appare come una giungla di "journals". Peccato che si porti dietro una serie di problemi (un esempio fra tutti: ci si può autocitare), che rendono questo IF molto meno significativo e soprattutto oggetto di numerosi dibattiti. Io ho letto questo, è del 1997, ma mi è sembrato utile!

Tornando al tema originario (la pubblicazione scientifica e il suo impatto su di me/noi alle prime armi), e soprattutto venendo proprio vicino a noi, il SISM (Segretariato Italiano degli Studenti di Medicina) già da qualche anno dà la possibilità agli studenti dei vari anni (soprattutto quelli del 5° e 6°) di pubblicare un caso clinico, aiutati e seguiti da un tutor di riferimento (solitamente uno specializzando) che ci guidi non solo nello studio "clinico", ma anche nella stesura vera e propria dell'articolo: questo ci permette di iniziare il percorso nell'ambito delle pubblicazioni scientifiche, partendo dal basso (ma è così che si fa!), ed evitando la reazione stupefatta/turbata/RossellaO'hara di cui sopra. Insomma, da tenere d'occhio!

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